Pasquale Culotta – Timparussa – Cefalù – Sicily

Timparussa, casa di villeggiatura/summer house of Pasquale Culotta, visita/site visit 1978

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Tania Culotta, E.Journal 07/2012  PDF

Quale Cefalù

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Satellite 01

Untitled-4

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Casa destinata alla villeggiatura con la famiglia

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Timparussa 01, b&w 150

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“l’erto versante orientale delle colline di Cefalù, tra un bosco di querce e il sasso aspro del monte”

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Timparussa 03, b&w 150

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la casa frugale, poggiata su un terrazamento della collina

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Timparussa 02, b&w 150

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casa quasi tutta in pietra, monomaterica, lunghi sedili in muratura, pergole, forno e cucina all’aperto.

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sketch

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“…nella ristretezza dello spazio esterno praticabile, limitato per la forte pendenza del suolo, Pasquale Culotta, non rinuncia a dotare la casa di quell’apparato minuto di luoghi esterni…; essi vengono organizzati come un sistema lineare continuo, con lunghi sedili in muratura, pergole, forno e cucina all’aperto.” Marcello Panzarella

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Timparussa, Pollina 04, b&w 150

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Pasquale Culotta a Pollina, al crespucolo, dopo la visita del cantiere a Timpa, 1978.

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“A proposito della distruzione metodica della bellezza in Italia negli ultimi quarant’ anni, e della trasformazione di luoghi bellissimi in luoghi senz’ anima che dell’ antica bellezza conservano solo i nomi, va precisato che la Bellezza di cui qui si parla non è un fatto puramente estetico, ma ha a che fare con la nostra più segreta identità e con la nostra memoria immaginativa, che, come ognun sa, è quella che ci accompagna nelle varie età della vita ed è legata ai nostri ricordi più cari, ai nostri sogni, alla nostra fantasia e alle nostre facoltà creative, alle nostre energie spirituali. Le linee di un paessaggio, il verde di una collina, uno specchio di mare, ci parlano del tempo, restano impressi in noi, diventano pensiero e parola, fan parte della nostra esistenza.

La Bellezza di cui qui si parla ha a che fare anche con la vita sociale perché il degrado ambientale, e dunque ogni devastazione della bellezza du un luogo, è fatalmente accompagnato da degrado umano e corale in tutte le sue forme.

Sono stati pochi gli intellettuali e gli uomini di cultura che hanno sentito come una ferita non rimarginabile e una minaccia alla loro persona la distruzione della Bellezza nel nostro paese, ciecamente tollerate e anzi promossa con la complicità e l’ignoranza di tutti indistintamente. Sono pochi quelli che l’anno denunciata e che ne hanno capito la portata catastrofica….”

“Ultimi viaggi nell’ Italia perduta” di Raffaele la Capria, 2015 Bompiani

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